Il gufetto piumato è come se indossasse un bel maglione scuro con le greche azzurre, ha un beccuccio arancione e due occhi spalancati espressivi e teneri. Le alette le tiene rilassate lungo il corpo, mi fa pensare a quei bimbi buffi e pasticcioni che ciondolano in casa la domenica mattina con le mani nelle maniche di caldi maglioni di lana, appunto.

Il gufetto se ne sta in cima a un albero stilizzato, un po’ albero un po’ trespolo, assieme alla sua mamma. Dormono tranquilli; fin troppo tranquilli, visto che… Oh – Oh! Succede che a sollevare la mezza pagina di destra ci si accorge che il gufetto, tump… tump… tump… è caduto dall’albero. Da un ramo assiste alla scena uno scoiattolo che dal modo in cui si tende verso il piccolo già lo sappiamo: è uno di quegli esseri generosi e prodighi, certamente lo aiuterà. Dal folto del bosco, un po’ come noi, spettatori in trasparenza un orso, una ranocchia e una lepre si meravigliano e preoccupano: cosa ne sarà ora del piccolo pulcino?

Dal momento del suo atterraggio più o meno morbido, gli eventi precipitano anch’essi: il gufetto è spaventato, ha smarrito la sua mamma, deve ritrovarla! Lo scoiattolo l’aiuta precipitevolissimevolmente: non preoccuparti! se la tua mamma e grande così so io dov’è! E giù per la collina fino all’orsa che ohibò! No, non è mamma gufa. Beh, se non lo è… allora in base all’elemento descrittivo successivo sarà un’altra… certo! Orecchie a punta e su di corsa per la collina! In un susseguirsi di scene esilaranti e tenere. La struttura narrativa non è tra le più originali e in fondo il meccanismo di smarrimento e ricerca della propria mamma (o del proprio papà, o della propria casa…) è uno dei più consueti anche e soprattutto nella fiaba classica, con risvolti divertenti o drammatici. Però il gufetto è convincente nel suo ruolo di protagonista nonostante tutto e così lo sono i comprimari, che divertirebbero anche solo con gli sguardi, specie i lettori più piccoli che, rasserenati dall’avere il proprio genitore a fianco, si divertono godendosi l’avventura, e molto.

I colori densi e uniformi giocano con gli spazi e le sovrapposizioni regalano trasparenze dall’effetto molto scenico. I luoghi deputati al blu s’invertono con quelli di consueto marroni e la terra diventa cielo in un gioco d’alternanza che si ristabilisce solo al tramonto. Al tramonto, di nuovo assieme alla sua mamma e con i suoi nuovi amici, il gufetto dovrebbe essere quantomai arzillo, invece mentre gli altri sgranocchiano biscotti lui s’addormenta e… Oh-oh! Non si ricomincerà?!
PS. Leggendo sul blog di Federica Pizzi ho scoperto una curiosità: “il font con cui è stampato il libro è stato creato dallo stesso autore (Chris Haughton) e si chiama “a bit lost”, come il titolo originale dell’opera”.
Titolo: Oh-Oh!
Autore: Chris Haughton
Editore: Lapis
Dati: 2012, 36 pp., 13,50 €
grazie mile! i wrote about the making of this book here if you are interested http://chrishaughton.com/a-bit-lost-the-making-of best wishes!
"Mi piace""Mi piace"
Thank you for your comment. Your book is delightful!
"Mi piace""Mi piace"
Ciao arrivo qui su suggerimento di Federica Panizzi e trovo questo blog meraviglioso.
Questo libro è stupendo, credo che debba appartenere ai miei figli al più presto :D!
Piacere di averti “incontrata”.
Buon weekend.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie mille!
Benvenuta e buon fine settimana anche a te!
"Mi piace""Mi piace"