Cosa farebbero i bambini se avessero una capacità magica? E, più nello specifico, cosa farebbero se questa capacità magica fosse la possibilità di puntare il dito e realizzare ciò che si desidera?

Le risposte potrebbero essere centinaia. Quello che so per certo, e Dahl lo racconta con la sua classica e sana ironia, è che non bisogna mai far arrabbiare i bambini con un forte senso di giustizia giacché ci si potrebbe, ragionevolmente, ritrovare trasformati in pennuti.
Non sopporto la caccia, proprio non la sopporto. Non mi sembra giusto che gli uomini e i ragazzi uccidano gli animali solo per il divertimento che ne ricevono.
È ciò che avviene a una famiglia di cacciatori di anatre, che una bimbetta di otto anni trasforma in ciò che cacciano, anatre appunto. È un vero e proprio racconto, d’autore, composito e ricco, la cui lettura è però sollecitata dalla passione indomita dei primi lettori per “finire i capitoli” e fare a gara a chi ne legge di più.

Su Libri Calzelunghe, Alessandra Starace racconta la storia editoriale di questo libro, scomodo per molti versi, che dovette sgomitare per essere pubblicato. Un motivo in più per gustarlo: i libri che a qualcuno non piacciono perché portatori di verità sono sempre i migliori!
Titolo: Il dito magico
Autore: Roald Dahl, illustrazioni di Quentin Blake
Editore: Nord-Sud, (Gli scriccioli)
Dati: 2007
L’ha ribloggato su SISTEMA BIBLIOTECARIO NORDEST BRESCIANO.
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