Credo che sia nel titolo dell’ultimo romanzo di Jutta Richter, edito da Beisler editore, che siano da rintracciare tutti gli elementi necessari a un buon libro di letteratura per l’infanzia: c’è, per cominciare, l’infanzia; c’è, per continuare, l’infanzia in quanto tale senza sovrastrutture o interpretazioni e soprattutto c’è soltanto quest’ultima, non ci sono gli adulti, o meglio, non ci sono gli adulti a parlare per i bambini o, strumentalizzandoli, attraverso di essi.
Ho intervistato Jutta Richetr qualche anno fa, le sue risposte le trovate a questo link, ma all’epoca mi disse: “Sono convinta che un autore non possa interpretare le sue storie, ma le storie buone permettono infinite interpretazioni.”
la mia interpretazione di questa storia buona è che sia una bellissima storia da leggere, da adulti, per ricordarsi come sia diverso lo sguardo dei bambini e quale capacità abbiano di rapportarsi a sè stessi, agli adulti, alla realtà che li circonda e che sia una bellissima storia da leggere, da bambini, per divertirsi assieme a questa che è davvero straordinariamente soltanto una bambina.
Hanna sta per trasferirsi nella casa che la mamma ha ristrutturato e nell’attesa che sia pronta e in ordine passa qualche settimana a casa della nonna. Giusto in tempo per assistere al primo parto di Murkel, gatto fino a quel momento e fino a prova contraria (eccole quattro prove contrarie profumate di latte e saliva di gatto,) era un gatto maschio.
Hanna desidera un gatto ma la mamma fa ostruzionismo. Hanna è capace di fare una faccia tristissima che muove a compassione (ma non la mamma se si tratta di prendere un gatto); sa tener testa ai prepotenti e vivrà nel corso di questo romanzo momenti di pura felicità. E noi con lei.
Titolo: Io sono soltanto una bambina
Autore: Jutta Richter
Editore: Beisler
Dati: 2016, 12,50 €